Aspetti Fisiologici dei giovani calciatori
- Posted by Ufficio Stampa
- On 21/03/2016
Nel calcio la categoria Allievi è da considerare “speciale”. I giovani calciatori che vi afferiscono hanno un’età compresa tra i quattordici e i sedici anni. Si trovano dunque ad attraversare una fase di trasformazione corporea indotta dalla cosiddetta crisi puberale. Essendo ampio l’intervallo di tempo, circa due anni, di questa fase di crescita, non è inconsueto incontrare in questa fascia di età, ragazzi che sono solo all’inizio della crescita mentre altri la stanno ultimando. Questa considerazione non è valida solamente per i fattori antropometrici quali l’altezza e il peso, ma deve essere seriamente valutata soprattutto in rapporto alle caratteristiche fisiologiche dei giovani calciatori. Infatti la maturazione degli organi e dei tessuti, oltre che all’accrescimento corporeo controllato dall’ormone della crescita (GH), viene indotta da un enorme stimolo ormonale da parte di differenti sostanze che lo stesso organismo produce, a diversi livelli, in questa fase. Non è sorprendente che alla fine si questo processo di maturazione i giovani atleti presentano delle caratteristiche fisiologiche che li approssimano a quelle degli adulti. Tuttavia considerare un giovane calciatore “un adulto in miniatura” è un errore con evidenti ripercussioni sulle applicazioni metodologiche di allenamento. D’altra parte bisogna anche discriminare fra gli adattamenti fisiologici indotti dall’allenamento e quelli determinati dalla maturazione sessuale (pubertà). E’ evidente che l’allenamento può solo modificare il Body Mass Index (BMI), dal punto di vista antropometrico, fisiologicamente la performance, mentre non ha nessuna influenza sull’altezza. Essa casomai è solo un criterio tenuto in considerazione nella selezione del portiere, mentre per gli altri ruoli vengono osservati altri parametri soprattutto correlati al gioco. In particolare le cosiddette skill e le capacità di tipo tecnico-tattico. Esse comunque non possono essere considerate avulse dalla preparazione fisica del calciatore. Per tale motivo è necessario che essi siano sottoposti a valutazioni di tipo funzionale. Ricordiamo che il calcio è per definizione uno sport aerobico-anaerobico alternato, in cui l’impegno metabolico è di tipo intermittente. La valutazione dello stato fisico dell’atleta può essere effettuata attraverso test di laboratorio o di campo. La misura del costo energetico e quindi dell’impegno metabolico, può anch’essa essere misurata direttamente sul campo grazie a apparecchiature leggere in grado di non interferire con le fasi di gioco o con le abilità del calciatore. Le misure effettuate durante le fasi della partita e rapportate a quanto misurato in laboratorio con specifici test, forniscono precise indicazioni sulle richieste meccanico-metaboliche del calciatore. I parametri valutati, Consumo di Ossigeno (O2) e frequenza cardiaca (FC), durante la partita di calcio hanno documentato che il trend della FC presenta maggiori escursioni rispetto a quello del (O2).
Variazioni dei parametri antropometrici in rapporto all’età
Variazioni dei valori di consumo di ossigeno e di frequenza cardiaca massimali e alla soglia
Forza muscolare
Consumo di Ossigeno (O2) e frequenza cardiaca (FC) durante una frazione di partita di allenamento.
I significativi incrementi di tutti i parametri studiati nei soggetti prepuberi conferma il ruolo fondamentale svolto dalla maturazione sessuale. La fitness aerobica risulta essere importante per il calciatore dal momento che il carico di lavoro durante la partita è principalmente dovuto alla corsa (nelle sue varietà di corsa lenta, media, allungo, sprint) mentre le altre fasi (tocco di palla, tackle, calciare la palla, salti, colpo di testa ecc.) occupano una minima parte dell’intera gara. Le misure effettuate sul campo ci documentano che l’impegno metabolico durante la partita di calcio si mantiene per la maggior parte della gara negli ambiti del metabolismo aerobico, non superando il O2 i valori di O2sv .E’ comunque concepibile l’apporto del metabolismo anaerobico durante le fasi ad alta intensità (sprint ed allunghi). Sono stati rilevati valori medi di lattato pari a 4.31 mMol/L in calciatori di 12 anni di età anche se il sistema alattacido sembra essere di primaria importanza nell’ambito del sistema anaerobico. Tuttavia le fasi di recupero attivo e di corsa lenta sono tali da mantenere l’impegno metabolico largamente al di sotto del O2sv . I valori medi di consumo di ossigeno (O2med) durante la partita di calcio sono risultati essere più bassi nei soggetti postpuberi (Gruppo B) e tale differenza è più rimarchevole quando i valori vengano espressi come percento del massimo ottenuto in laboratorio (61% Gruppo A vs 51 % Gruppo B). Tale differenza può essere interpretata come una migliore economia di corsa che il soggetto raggiunge con l’aumentare degli anni di pratica sportiva (22) o alla luce di quanto riportato da Bangsbo (23) che indica nelle migliori qualità tecniche del giocatore più adulto il motivo della diminuizione dell’impegno metabolico. Infatti, un calciatore tecnicamente meno bravo, spesso perde il controllo della palla e per rientrarne in possesso deve impegnarsi in corse o scatti che vanno ad incidere sul costo metabolico.
Analizzando il trend della FC in gara si può osservare che i valori della FC hanno delle fluttuazioni maggiori rispetto a quelle rilevate per il O2. Infatti i valori di FC durante alcune fasi della partita hanno superato i valori di FCsv anche laddove l’impegno metabolico, desunto dai valori di O2 si mantiene al di sotto della SV. Tale indipendenza dell’andamento della FC rispetto al O2 è risultata più marcata, in media, negli attaccanti e nei difensori. Effettuando l’analisi per gruppi di età si è potuto rilevare che nei soggetti postpuberi i valori di FC sono stati superiori a quelli di FCsv per un tempo di gara maggiore rispetto ai prepuberi (31% vs 21%). Tale differenza tra i soggetti prepuberi e postpuberi può essere dovuta alla diversa influenza che il sistema simpatico-adrenegico ha sul cuore dei soggetti prima e dopo la pubertà. Il cuore dei prepuberi è infatti meno sensibile all’azione stimolante del sistema simpatico adrenergico e anche i valori di noradrenalina circolante, dopo esercizio massimale al nastro trasportatore, sono più bassi del 30% nei soggetti di 12 vs quelli di 28 anni. I valori di catecolamine circolanti sono più elevati durante un esercizio intermittente che durante un test al cicloergometro di uguale durata e gli effetti della gara sono maggiori nei soggetti di 16 anni rispetto a quelli di 11-12, suggerendo che il coinvolgimento emotivo diventa maggiore nei soggetti di maggiore età. D’altra parte il sistema simpatico interviene nell’aumentare la FC quando l’esercizio fisico si svolge a intensità superiore al 30% del O2max (26) e ciò dovrebbe quindi avvenire anche durante la partita di calcio la cui intensità è superiore al sopracitato valore. Nei soggetti prepuberi è minore anche la tolleranza al lattato e ciò comporta una minore capacità di ripetere in tempi ravvicinati fasi di gioco ad elevata intensità. Sono proprio queste fasi (corse brevi di 10-50 metri) a determinare maggiori variazioni ed incrementi della FC. Inoltre il giovane calciatore stenta a partecipare all’azione generale, limitandosi a entrare in azione solo quando il gioco gli si avvicina e ciò potrebbe comportare un minore stato di attenzione con ovvie ripercussioni sulla FC ad opera di stimoli anticipatori a partenza corticale (aree prefrontali). Tali dati confermano l’andamento alterno dell’impegno metabolico della partita di calcio (aerobico-anaerobico alternato) e la presenza di fasi a diverso impegno rappresentate da sprint ad alta intensità accanto a fasi di recupero attivo rappresentate da corsa e jogging. La possibilità di migliorare le prestazioni attraverso un incremento delle fasi ad alta intensità deve indirizzare gli esperti di tecniche di allenamento verso una progettualità mirata a tale scopo.
Bibliografia
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