Mind and Body -Tra mente e corpo, sguardo e postura-
- Posted by Ufficio Stampa
- On 05/02/2016
‘’Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è da questi particolari che si giudica un calciatore, un calciatore si giudica dal coraggio…il ragazzo si farà…anche se ha le spalle strette…’’e’ un passaggio del testo de’ ‘la leva calcistica del 68’ famoso successo cantato da Francesco De Gregori.
Son passati molti anni ma se andiamo a leggere fra le righe del testo il messaggio è piu’ che attuale :la storia del calcio è piena di calciatori ‘scartati’ dalle società calcistiche perché hanno ‘le spalle strette’(anche il grande Leo Messi è stato dichiarato non idoneo per via del suo fisico minuto non molti anni fa, cosi’ pure tanti altri campioni).
Se dal problema ‘spalle strette’ è da sempre stato possibile venire fuori grazie alle doti tecniche e programmi di allenamento specifici, meno tollerabile risulta il segnale di un calciatore in campo e in allenamento con una postura dimessa .Un giocatore definito ‘con visione di gioco’ ’con tenuta mentale’ eleva lo sguardo ed è in grado di vedere il campo, sa guardare in alto oltre la propria zolla di terreno trasmette calma e sicurezza ai propri compagni ed elemento non trascurabile dal punto di vita funzionale, eleganza, corre sprecando meno energia rispetto a chi è impegnato a contrarre ed accorciare oltre modo la muscolatura . Un calciatore insicuro lo osserviamo in campo con il capo e il tronco tendenzialmente flessi, non respira bene, trasmette scarsa energia, interagisce meno con la squadra e fa lavorare maggiormente i compagni in campo .
Tipico esame di postura, sguardo, mente e corpo è il calcio di rigore: Nessuno è esente dal calciare male un calcio di rigore, anche i campioni sbagliano, anzi i calciatori top level, rispetto alla media sbagliano i rigori importanti perché li calciano nelle competizioni piu’prestigiose come finali dei campionati del mondo(vedi Roberto Baggio distrutto a terra dopo il rigore calciato fuori nella finale di Pasadena, mondiali di calcio, USA 94).
Marcello Lippi nella finale mondiale 2006 non sceglie per l’ultimo rigore il calciatore che gli assicura il piu’ elevato tasso tecnico ma l’uomo per lui pronto per quel momento, Fabio Grosso.’’ chi io? ‘’la sua espressione quasi incredula…’’si si tu sei l uomo dell’ultimo minuto’’ risponde Lippi (Grosso aveva già fatto goal allo scadere delle lancette in precedenza..) , la porta può sembrare molto piu’ piccola, il portiere un gigante, l’insicuro può non riuscire ad incrociare lo sguardo, può farsi leggere nelle intenzioni, camminare flesso…affrettare il passo, prendersi troppo tempo e non calciare, scivolare in una buca…’ma lui no, parte pieno di energia, sguardo concentrato, calcia sicuro .. e via, una corsa felice, campioni del mondo, campioni del mondo, il calcio è mente, il calcio è corpo.