LA COMUNIC-AZIONE CON I GIOVANI SPORTIVI – PARTE 2
- Posted by Ufficio Stampa
- On 29/05/2016
empatia e consapevolezza di sé..elementi importanti per i mister!
Nel creare una solida relazione con lo sportivo, è importante praticare una comunicazione basata sull’attenzione alla persona, cercando di individuare le sue necessità e le sue motivazioni (motore interno legato all’aspetto emotivo, che lavora quando il soggetto vuole raggiungere degli obiettivi prefissati e determina comportamenti mirati).
Perché è importante capire i bisogni del nostro sportivo e porre attenzione alla comunicazione, a volte anche a discapito di minuti di allenamento fisico e potenziamento muscolare o tecnico?
Aiutarlo nel qui e ora ad esprimere le sue necessità, raccogliere informazioni al fine di costruire la relazione, far si che possa esprimere le sue motivazioni e abbia capacità decisionale positiva e non dubbiosa, sono gli elementi che contribuiscono in maniera preponderante ad una prestazione migliore e ad una crescita volta all’apprendimento e al miglioramento delle motivazioni intrinseche, anziché di quelle solo estrinseche (ma l’ambito motivazionale sarà argomento di altri articoli).
In tutto ciò risulta fondamentale il tempo della comunicazione. In fin dei conti si hanno massimo due ore per entrare in relazione con gli sportivi, il tutto per tre volte la settimana… un po’ poco.
Il mister, questo spazio di tempo lo deve sfruttare al massimo se vuole creare una modalità EMPATICA d’interazione con l’atleta, volta allo sviluppo della capacità di mettere in relazione la realtà interna dell’emittente con quella del ricevente, fino a creare una comunicazione, dove entrambe possano, conservando ciascuna le proprie peculiarità e caratteristiche, incontrarsi e riconoscere e fare proprio il punto di vista altrui senza rinunciare alla propria soggettività.
Discutendo dell’importanza in varie fasce d’età, dei temi legati alla comunicazione, sarebbe necessario, soprattutto per coloro che gestiscono attività sportive, sviluppare una progressiva consapevolezza del PROPRIO stile relazionale e dell’acquisizione di abilità comunicative:
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le abilità comunicative di base (ascolto attivo, osservazione, ricalco);
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le reazioni emotive suscitate dalle esperienze di rapporto con il singolo sportivo;
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la capacità empatica e quella di “abitare la distanza” per poter creare una relazione stimolante e motivante.
Tutto ciò comporta una capacità da non sottovalutare in nessun modo: l’ascolto delle emozioni! Quest’ultimo richiede di solito un istante di silenzio dentro di sé, richiede di fermarsi e rapportarsi a noi stessi come la cosa più importante che abbiamo in quel momento. Un’emozione non vista è un’emozione NON ASCOLTATA e un’emozione non ascoltata è un pugno di neve che rotola sul fianco di una montagna innevata. Può darsi che si fermi e svanisca. Ma c’è il rischio che trovi altra neve che si aggreghi e crei, man mano, una slavina o una valanga vera e propria.
Spesso questa abilità viene dimenticata o volutamente ignorata a causa delle corazze psicologiche e dei freni che ci creiamo per proteggerci dalle emozioni dolorose provenienti dall’esterno. Quasi sempre ci si concentra solo su gli aspetti emotivi riguardanti gli atleti ma anche coloro che sono preposti ad allenare gli sportivi, non sono immuni a questa sorta di meccanismi di difesa dalle emozioni spiacevoli…
QUALI SONO LE VOSTRE CORAZZE PSICOLOGICHE “PREFERITE”?
Il mister non è solo colui che insegna. Per poter esperire miglioramenti, deve anche avere la voglia di apprendere, essere consapevole del fatto che c’è qualcosa da imparare da ogni persona. Per essere un buon allenatore è importante sviluppare abilità relazionali da utilizzare sia con ciascun giocatore, sia all’interno della squadra, per mantenerla unita: senza una forte motivazione e coesione e una totale collaborazione tra i membri, non si potrà mai ottenere alcun risultato importante!
Senza motivazione non vi è apprendimento o quanto meno un apprendimento significativo, e non vi è neppure partecipazione. A questo riguardo da ricordare, imparare e imprimere nella propria mente:
TELL ME AND I FORGET,
TEACH ME AND I REMEMBER,
INVOLVE ME AND I LEARN.
B. Franklin